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Millennials senza pensione? «Lavorare fino a 70 anni e poi la povertà»

Un futuro senza garanzie
Lavorare fino a 70 anni e poi affrontare la povertà: è il dramma che spaventa i Millennials, i nati tra gli anni ’80 e ’90. Tra stipendi bassi, precarietà e un sistema pensionistico che sembra sgretolarsi, la pensione appare come un miraggio lontano. “Con 1200 euro al mese e le spese fisse che divorano tutto, di che pensione stiamo parlando?”, commenta un lavoratore precario. Questo grido di allarme, condiviso su piattaforme come Threads, riassume l’angoscia di un’intera generazione.

Il miraggio della pensione
Molti giovani si sono rassegnati a pianificare il proprio futuro senza contare sullo Stato. “Ho fatto una polizza previdenziale integrativa”, spiega un utente, consapevole che l’INPS potrebbe non garantire pensioni sufficienti. Altri, più pessimisti, vedono il sistema pensionistico come un “grande schema Ponzi”. E mentre i Millennials pagano oggi le pensioni di chi ne ha beneficiato con regole più favorevoli, temono di non avere nessuno a sostenerli in futuro.

Precarietà e automazione: una doppia minaccia
Il mercato del lavoro peggiora la situazione. La precarietà e i salari bassi rendono impossibile accantonare risparmi. “Il lavoro al pc sarà presto automatizzato e costerà pochissimo”, osserva un giovane, prospettando un futuro in cui il lavoro umano sarà marginale. Questo quadro alimenta un diffuso senso di insicurezza economica e sociale.

Un sistema da riformare
La domanda cruciale resta: la politica sarà in grado di intervenire? La speranza è che le nuove generazioni al governo affrontino il problema, introducendo riforme capaci di abbassare l’età pensionabile e garantire una sicurezza economica reale. Per ora, però, il futuro resta incerto, e l’idea di lavorare fino a 70 anni non lascia spazio a ottimismo.

Per approfondire la situazione del sistema pensionistico in Italia, visita il sito ufficiale dell’INPS.

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